Sei nata come soubrette.
Esiste ancora oggi questa figura? Nell’immaginario credo
proprio di si. E lo testimoniano le migliaia di ragazze che si sono
presentate alle selezioni di Grease
dovendo superare la prova di canto, di ballo e di recitazione e gli
innumerevoli concorsi televisivi che con vari meccanismi mettono alla
prova debuttanti che vogliono dimostrare di essere donne di spettacolo
complete.
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Questa figura rimane un punto di riferimento per chi vuole
fare dello spettacolo il proprio lavoro. La differenza credo stia nel
fatto che, in passato, quello della soubrette era considerato un ruolo,
una casella da riempire necessariamente per confezionare un "varietà". Gli altri ruoli erano quello
del conduttore, del comico, dell’ospite d’onore etc. Oggi la
televisione ha superato questo schema e i ruoli si sono mescolati. Ma
secondo me, c’è ancora molto bisogno di professionalità solide.
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Debutto in RAI, lunga
permanenza in Mediaset, ritorno in RAI. Cosa ti aspetti da questo
rientro? Come pensi sarà cambiato il tuo rapporto con "Mamma RAI"? Sono nata in Rai 17 anni fa
e sono cresciuta professionalmente in Mediaset dove ho partecipato a
moltissime produzioni di genere diverso. Quello che oggi mi aspetto è
prima di tutto, di poter tornare a fare un tipo di spettacolo che mi è
sempre rimasto nel cuore è che è quello dal quale sono nata: il varietà
di grande tradizione Rai. Credo infatti che il varietà classico, a
tutto campo, sia stato e rimanga profondamente radicato nei desideri
del pubblico e che sia strettamente legato all’immagine che tutti noi
abbiamo della Rai.
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Come pensi di essere
cambiata, come professionista, in questi anni? Ripensando oggi al mio primo
"Fantastico" vedo una Lorella che si
affacciava ad un mondo complesso e difficile come quello della
televisione con un grande entusiasmo e con una grande incoscienza. Non
capendone forse le reali dimensioni e i rischi. Poi, se ci penso un
attimo, ripercorro la storia professionale importante che ho alle
spalle, e sento di avere una consapevolezza diversa rispetto agli
esordi, quando il successo arrivò all'improvviso. Sono cresciuta come
cantante e ballerina, e sono passata da "assistente" a conduttrice ed
ho avuto in teatro la straordinaria esperienza di Grease: una palestra
che mi permette di affrontare gli imprevisti con maggiore serenità.
Oggi mi è ancora più chiaro come le cose che lasciano il segno debbano
essere costruite, preparate attentamente e come, solo raramente, il
successo che dura sia frutto del caso. Altre cose però non sono affatto
cambiate: la voglia di mettersi in gioco, di rischiare per qualcosa in
cui si crede, di rinunciare alla rassicurante routine per il sogno. Per questo sono ancora la
stessa ragazzina di allora.
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Come ti ha convinto Morandi
a partecipare a questa trasmissione? Mi ha convinta offrendomi di
condividere con lui questa straordinaria avventura. Il progetto mi ha
subito conquistata. Ho avuto numerose esperienze di conduzione in
coppia con altri personaggi di spettacolo ma con Gianni da tempo
pensavamo di mettere in pista uno spettacolo insieme, magari a teatro.
Ho trascorso i miei ultimi 14 anni in Mediaset, un’azienda nella quale
mi sono trovata molto bene e che mi ha dato grandi opportunità. Non
avrei mai pensato di lasciarla se non per seguire un progetto speciale
come questo che mi riporta alle emozioni del programma nel quale sono
nata artisticamente: "Fantastico".
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Come vedi la scelta di Paola
Cortellesi in un contesto da prima serata del sabato insieme a te e a
Gianni Morandi? Paola è una persona che mi ha sempre suscitato molta
simpatia. L’ho seguita nel suo percorso televisivo e credo che sia
quello che ci vuole per completare uno spettacolo come il nostro. In un
varietà che si rispetti non può mancare la comicità e nell'economia
dello spettacolo la sua partecipazione rappresenta un po’ l’elemento di
"disturbo" che aggiunge vivacità e divertimento. Sono certa che questo
spettacolo le consentirà di farsi scoprire anche dal grande pubblico
televisivo.
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Quali pensi saranno i punti
forti di questo programma? Al di là della formula
"aperta", che dà grandi possibilità di espressione a tutti noi del cast
fisso, penso che la partecipazione di ospiti e il gioco della Lotteria
siano certamente un valore aggiunto del programma.
Ti sei confrontata con
diversi generi: la fiction, lo spettacolo di varietà (come si diceva
una volta), il musical a teatro: in quale genere ti trovi maggiormente
a tuo agio? Credo che il fatto di potersi misurare con generi e progetti
diversi costituisca una grande fortuna. Perché da ognuno di essi puoi
ricavare qualcosa di importante. Il teatro ti regala la certezza di un
rapporto caldo, affettuoso e verificabile giorno dopo giorno con il
pubblico che ti segue. L’intrattenimento in televisione ti consente di
misurarti con un pubblico sconfinato e ti regala ansie sconfinate. La
fiction ti permette di vivere settimane o mesi nei panni di un
personaggio che ti viene affidato e che da quel momento cammina sulle
tue gambe. Credo però che sia più importante parlare di progetti
piuttosto che di generi. Penso si debbano scegliere le idee che ci
catturano maggiormente. Io mi sento a mio agio quando sono coinvolta in
qualcosa in cui mi riconosco...
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Tre regole fondamentali per
essere professionisti seri nel mondo dello spettacolo. Non smettere mai di
combattere per le cose che ami. Ascoltare sempre i collaboratori
(soprattutto quelli che stimi di più). Essere consapevole che tutto
si può sempre migliorare fino a un minuto prima di andare in onda. Ma
soprattutto… avere fortuna!
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Se c'è, una grande donna
dello spettacolo italiano da cui imparare o a cui ispirarsi. Da
piccola avevo due miti: Raffaella Carrà e Carla Fracci, così differenti
pur essendo tutte e due molto brave! Poi mi sono emozionata con tante
artiste eccezionali come Liza Minnelli, Barbra Streisand, Cyd Charisse
o con le nostre Mina, Delia Scala o Loretta Goggi.
Come vorresti essere
ricordata nella storia televisiva di questi anni? Non ne ho la più pallida idea! Forse perché sono
sempre convinta che il meglio deve ancora venire…
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Lorella
Cuccarini (RAI 2002) |